CENTRO PER LE FAMIGLIE

Cosa si intende per Centro per le famiglie?

Il Piano nazionale per la famiglia (2012) definisce i Centri per le famiglie quali «nodi propulsori di una rete di servizi, di interventi, di soggetti ed azioni integrate (sociali, sanitarie, educative ecc.) che si muovono nel variegato e complesso campo delle politiche dei servizi alla famiglia e del lavoro di cura».

La logica cui il Piano si ispira è di natura sussidiaria e di empowerment per le famiglie, coinvolgendo le loro reti e le loro associazioni nella progettazione, gestione e verifica dei diversi interventi in contrapposizione alla logica tradizionale di servizi pubblici assistenziali e sostitutivi.

I centri vengono intesi come luoghi fisici aperti sul territorio e al territorio, in modo da essere realmente in grado di intercettare i diversi bisogni, con particolare attenzione alle famiglie con bambini piccoli e a tutte le famiglie con rilevanti e imprevisti lavori di cura da fronteggiare, offrendo una risposta flessibile ed articolata che eviti rischi derivanti da una eccessiva standardizzazione centralizzata degli interventi.


Quali attività deve prevedere obbligatoriamente un progetto presentato sulla finalità C dell’articolo 1 comma 3 lettera c) del Bando – Avvio di Centri per le famiglie?

Ai sensi dell’articolo 1 comma 4 del Bando, il Centro per le famiglie deve avere almeno una sede fisica nel territorio e prevedere almeno le seguenti attività:

  1. mappatura e informazione sui servizi, risorse e opportunità che i soggetti pubblici, privati e del privato sociale offrono a favore delle famiglie (tematiche educative, sociali, sanitarie, scolastiche e del tempo libero);
  2. azioni formative su tematiche relative al ciclo di vita della famiglia, anche attraverso la condivisione di esperienze dirette;
  3. promozione della solidarietà familiare.

Si sottolinea che le attività proponibili all’interno di un progetto di Centro per le famiglie devono avere carattere promozionale del benessere dei singoli e delle famiglie, in una logica di empowerment di tali soggetti, evitando interventi assistenziali.


Oltre alle attività obbligatorie, quali altre attività possono essere previste all’interno di un progetto di Centro per le famiglie?

Per informazioni sulle diverse attività che possono essere proposte all’interno di progetto di Centro per le famiglie si rimanda al documento elaborato nel 2015 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministeri – Dipartimento Politiche della famiglia, scaricabile qui.


È possibile utilizzare la maggior parte del tempo progettuale e delle spese per predisporre le condizioni per l’avvio del Centro per la famiglia, iniziando di fatto le attività “pratiche” solo nell’ultima parte del tempo a disposizione?

La maggior parte del tempo progettuale deve concentrarsi sulle attività del Centro per la famiglia già attivato e aperto al pubblico. Se all’associazione servisse più tempo, è possibile posticipare l'inizio del progetto, eventualmente prevedendo una durata più ridotta, in modo che la maggior parte delle attività (e quindi delle spese) siano concentrate sul progetto già in essere, piuttosto che sulle fasi propedeutiche.


Per un progetto di Centri per le famiglie è necessario il raccordo sia con il Servizio Sociale dei Comuni che con il Consultorio familiare?

Sì, è obbligatorio il raccordo con entrambi e quindi la compilazione da parte di entrambi i soggetti delle relative dichiarazioni predisposte scaricabili alla pagina Bando 2016.
La collaborazione con il Servizio Sociale dei Comuni e con il Consultorio familiare deve essere fattiva durante lo svolgimento di tutto il progetto, secondo i contenuti riportati nelle dichiarazioni di cui sopra.


Area Welfare di Comunità
A.A.S. n.2 - “Bassa Friulana - Isontina”
Borgo Aquileia n. 2
33057 Palmanova (UD)
www.welfare.fvg.it


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